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La chimica del gusto: cottura a bassa temperatura e cucina molecolare

La cucina molecolare è una tecnica molto diffusa nella nouvelle cousine più contemporanea e sperimentale, e consiste nello sfruttare le reazioni chimiche che coinvolgono gli alimenti, in modo da ottenere consistenze inedite e snaturare completamente la forma tradizionale degli ingredienti. 

Avete mai assaggiato l’aria di mortadella creata dal genio di Bottura, chef emiliano stellato tra i primi al mondo? Da un ingrediente rustico e gustoso come l’affettato tipico bolognese, attraverso una particolare procedura chimica e lo strumento del sifone, il cuoco ottiene una consistenza che ricorda il bagnoschiuma, sì, proprio quello che fa le bolle! La cucina molecolare, in parole povere, sfrutta le reazioni chimiche, il calore, le oscillazioni termiche, lo shock termico tra gli alimenti per scindere le molecole e ottenere consistenze particolari e originali come arie, spume, gel, che rendono quasi irriconoscibile, praticamente del tutto, l’ingrediente principale: l’obiettivo è stupire, disorientare lo spettatore, creare hype, giocare con il cibo, la fantasia e la creatività in cucina. In pratica gli ingredienti tradizionali della cucina italiana sono considerati come ready made, come tessere con cui sbizzarrirsi e creare forme nuove, per divertire, sorprendere, lasciare a bocca aperta e occhi sgranati!
Si sa, infatti, che la vista è il primo senso in assoluto coinvolto nella degustazione di un piatto, e stupire con giochi di colore, di profumi e consistenze, è l’obiettivo degli chef più d’avanguardia.

Con il focus di stravolgere  e sconvolgere le più classiche ricette italiane, la cucina molecolare presuppone una forte conoscenza della chimica della materia e parte dall’aspetto ludico, ovviamente, che stimola a creare sovrapposizioni e trompe l’oeil sempre differenti. Qual è il nesso profondo tra cucina molecolare e cottura a bassa temperatura? Molto semplice: la tecnica sous vide si basa per prima sulla reazione chimica tra gli alimenti, ed è esattamente il contrario della reazione di Maillard, il fenomeno di caramellatura che avviene attraverso l’interazione tra proteine e zuccheri, e che si sfrutta ad esempio nella cottura ad alte temperature delle bistecche di manzo, sulla piastra e sul barbecue.

Le reazioni chimiche che avvengono in cucina

La cucina è forse l’ambiente in cui avvengono di più le cosiddette reazioni chimiche, fra cui combustione, ossidazione, denaturazione, riduzione delle proteine, fermentazione (pane, pizza, yogurt). La carne rossa, per fare un esempio semplice,  è il mix perfetto tra emoglobina e mioglobina correlate all’ossigeno, e questa unione produce il classico colore così intenso e vivo.

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La cottura a bassa temperatura

La cottura a bassa temperatura, a differenza della reazione di Maillard che scotta e sigilla la carne creando “la crosticina”, o al contrario delle lunghe preparazioni brasate e stufate (o addirittura del fritto che raggiunge temperature altissime), è l’unica a mantenere intatto il corredo organolettico degli alimenti, compreso il peso che non subisce cali o variazioni rilevanti. Una reazione chimica interessante è quella che avviene all’interno della carne attraverso la scomposizione graduale e progressiva del collagene prodotta da una temperatura non superiore agli 80°C: questo fenomeno produce una sorta di consistenza gelatinosa che sta alla base delle tenerezza dei tessuti e della morbidezza della carne, che si taglia davvero con un grissino come in un celebre spot.

In sintesi, le sperimentazioni della cucina molecolare si sposano a meraviglia con la filosofia della cottura a bassa temperatura, perché entrambe partono dall’obiettivo di mantenere intatti il potenziale nutritivo e quella consistenza tipica della carne tenera, succosa, prelibata. Proprio come nella cottura sottovuoto, anche le tecniche impiegate nella cucina molecolare mirano a mantenere integro il corredo organolettico dell’alimento, preservandone ed esaltandone le proprietà: tra queste procedure culinarie, possiamo citare la cottura a bassa temperatura nell’alcool a 95°, che si impiega in genere per trattare le uova, oppure l’utilizzo dell’azoto liquido, per raffreddare le creme a base di latte e frutta, e trasformarle in gelati.

La sferificazione e la gelificazione

La sferificazione, celebre tecnica inventata da Ferran Adrià, consiste nel racchiudere un liquido in una membrana realizzata nello stesso liquido, e creare dolci dalla forma a sfera tridimensionale; la gelificazione, invece, è un’altra tecnica della cucina molecolare che trasforma i liquidi in sostanze gelatinose. 

Il sifone si utilizza per creare mousse, arie eteree, schiume, come la celebre sperimentazione con la mortadella di Bottura citata poc’anzi. 

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Emulsioni a freddo

Un’altra tecnica molto impiegata nella cucina molecolare è la creazione di emulsioni a freddo, oppure di creme e maionesi che sfruttano le basse temperature per ottenere texture lisce, trame dense, uniformi e omogenee, satinate, setose, impalpabili, belle da vedere e da assaggiare. Per tutte queste tecniche e per la sperimentazione che sta in nuce alla cucina molecolare, e per quel concetto ludico che la rappresenta, possiamo concludere dicendo che le due discipline sono connesse e si compenetrano vicendevolmente: la cottura sous vide e la tecnica molecolare della nouvelle cousine viaggiano sullo stesso binario, hanno molte analogie e trovano spazio nel mondo della cucina contemporanea più trendy, studiata e sofisticata.

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